Dolci tipici del Carnevale napoletano

Attesa per la sua allegria e per il divertimento che porta con sé, il Carnevale è la festa più colorata e vivace dell’anno. L’occasione per divertirsi con coriandoli, feste e maschere buffe e per dilettare il palato con dolci che sono dei veri e propri peccati di gola.

Ogni regione ha i suoi dolci tipici, come la cicerchiata al centro Italia, il migliaccio e il sanguinaccio che si preparano in Campania, le fritole veneziane, le castagnole, e, ovviamente, le chiacchiere, preparate in tutta Italia, ma con nomi differenti da regione a regione: bugie, cenci, frappe, crostoli, sfrappole che si preparano solitamente fritte, ma che sono ottime anche al forno.

Ma quali sono i dolci napoletani tipici del Carnevale?

Le Chiacchiere

Già gli antichi romani erano soliti preparare le frictilia, dolci fritti nel grasso di maiale, per festeggiare i saturnali, una festa molto simile al Carnevale odierno.

Questo dolce veniva servito alla folla che si recava in strada per festeggiare e, poiché era semplice da preparare, se ne potevano fare grandi quantità in breve tempo e ad un costo basso.

A Napoli la storia delle chiacchiere è legata alla regina Margherita di Savoia, una Regina golosa, e all’inventiva di Raffaele Esposito. Il cuoco, alla richiesta della sovrana, creò un dolce che potesse accompagnare le conversazioni della Regina chiacchierona nei suoi salotti di corte.

Friabili, dorate, sottili o un po’ più corpose, con una spolverata abbondante di zucchero a velo, le chiacchiere sono il dolce che più di tutti rappresenta il Carnevale.

Che siano fatte in casa, acquistate al supermercato o in pasticceria, le chiacchiere sono irresistibili e apprezzate da tutti.

Il sanguinaccio

A Napoli non è Carnevale senza l’accoppiata chiacchiere-sanguinaccio. La crema dolce al cioccolato nella quale intingere le chiacchiere ha una ricca storia alle sue spalle.

Le preparazioni precedenti al 1922, anno in cui ne fu vietato l’uso per motivi igienici, avevano come ingrediente il sangue del maiale, a cui si deve il nome del dolce. Il sangue, mescolato di continuo per contrastarne la coagulazione, veniva aggiunto alla crema di cacao cotta a parte. Dopodiché si univano al composto altri ingredienti come spezie, caffè e uva passa, oltre ad una buona dose di zucchero.

Questo nome designa oggi una semplice e golosissima crema a base di cioccolato fondente, cacao e cannella. Spesso e setoso il sanguinaccio è un delizioso dolce al cucchiaio ma anche una squisita salsa in cui intingere le chiacchiere.

Il migliaccio

Il Migliaccio napoletano, insieme alle chiacchiere e al sanguinaccio, è uno dei dolci tipici del Carnevale partenopeo e si distingue per essere un dolce carnevalesco non fritto.

È una torta soffice e cremosa, con l'impasto a base di semola rimacinata e ricotta. Un dolce da scoprire e far scoprire, insieme ad altre ricette campane più note, come la pastiera o la torta caprese.

Questo dolce carnevalesco è figlio della tradizione povera contadina, anche se la ricetta più diffusa oggi differisce non poco da quella preparata secoli fa. In origine, infatti, la ricetta prevedeva l’utilizzo della farina di miglio (da qui il nome) e sangue di maiale.

Soltanto nella metà del ‘700 la farina di miglio fu sostituita dalla semola di granoturco e l’uso del sangue di maiale, bandito dalla Chiesa Cattolica perché considerato un rito pagano, fu sostituito da zucchero, uova e ricotta, trasformando così il Migliaccio nel dolce delicato che noi tutti oggi gustiamo.

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